Unità Pastorale Beata Teresa di Calcutta - Reggio Emilia - Parrocchia di Pieve Modolena - Parrocchia San Pio X - Parrocchia San Biagio in Roncocesi
martedì 27 settembre 2011
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Il Vangelo è pieno di vigne, la pianta preferita di ogni contadino. Questa parabola ci assicura che il mondo nuovo che deve nascere, è vigna e passione di Dio; che io sono vigna e passione di Dio, di cui ha cura uscendo per ben cinque volte a cercare operai. Il punto di svolta del racconto risiede nel momento della paga: comincia dagli ultimi della fila e dà a chi ha lavorato un'ora sola lo stesso salario concordato con quelli dell'alba. Finalmente un Dio che non è un «padrone». Non è un contabile. È un Dio buono. È il Dio della bontà senza perché, che trasgredisce le regole del mercato. Non segue la logica della giustizia, ma lo fa per dare di più. Gli operai che hanno lavorato fin dal mattino protestano. È vero: non è giusto. Ma la bontà va oltre la giustizia. La giustizia non basta per essere uomini. Tanto meno basta per essere Dio. Neanche l'amore è giusto, è di più. La felicità viene da uno sguardo buono sulla vita e sulle persone. Se l'operaio dell'ultima ora lo sento come mio fratello, allora sono felice con lui. Se invece mi ritengo operaio della prima ora e misuro le fatiche, allora posso essere urtato dalla retribuzione uguale data a chi ha fatto molto meno di me. Davanti a Lui non è il mio diritto o la mia giustizia che pesano, ma il mio bisogno. Allora non calcolo più i miei meriti, ma conto sulla sua bontà. Dio non si merita, si accoglie.